Se sei interessato ad aprire un’attività nell’ambito delle vendite on line questo articolo ti chiarirà le idee in merito all’apertura della partita Iva e ai costi che dovrai affrontare.
Gli e-commerce sono sempre più popolari e sempre più persone si chiedono come aprire la partita Iva per e-commerce ed essere in regola con il fisco vendendo su colossi come Amazon, eBay, oppure tramite un proprio sito personale.
È fondamentale essere informati sugli adempimenti fiscali e previdenziali che sono obbligatori per non incorrere in sanzioni notevoli che possono prevedere la chiusura del tuo negozio. È importante, pertanto, rivolgersi ad un commercialista in grado di fornirvi tutte le informazioni del caso.
Questo articolo sarà comunque in grado di chiarirti le idee in merito all’apertura della partita Iva per vendita on line, un tema molto dibattuto e su cui si dicono molte informazioni errate.
Posso aprire un e-commerce senza partita Iva?
Svolgere con abitudine un’attività commerciale prevede che si apra la partita Iva,per un e-commerce è quindi fondamentale.
Non è possibile utilizzare la prestazione occasionale per gli e-commerce in quanto può essere solo utilizzata per attività eseguite in maniera non continuativa, non devono essere inoltre attività organizzate.
I temporary shop
Dovrete quindi aprire la partita Iva se siete intenzionati ad aprire un e-commerce, questo fatto spaventa molti perché rappresenta un’attività che potrebbe avere un esito incerto.
È possibile provare a vedere se la propria idea possa funzionare, un modo è quello di aprire un temporary shop, questa possibilità può essere attuata anche per i negozi on line, non solo per quelli fisici, c’è comunque un limite temporale per questi negozi temporanei, resterà infatti aperto solo per un mese.
Assicurati che il comune da te scelto consenta l’apertura dei temporary shop per le attività on line, non sempre è previsto e per capire se è attuabile potresti dover ricorrere allo sportello unico delle attività produttive.
Per aprire un temporary shop dovrai presentare la SCIA agli uffici comunali del comune in cui vorresti aprirlo, la SCIA andrà ripresentata quando terminerà il periodo di apertura del temporary shop per comunicare la chiusura del negozio o l’apertura della partita Iva nel caso si voglia continuare in questa attività.
Aprendo la partita Iva ti verrà dato un codice che sarà associato alla tua attività, nel caso della vendita on line il codice ATECO sarà il 479110.
Nel momento in cui aprirai la partita Iva dovrai scegliere il regime fiscale più adatto alle tue esigenze, il consiglio è quello di rivolgersi ad un professionista fidato per evitare di optare per una scelta sbagliata.
Iscrizione alla Camera di Commercio
Oltre ad aver aperto la partita Iva va fatta l’iscrizione al registro delle imprese come commercianti presso la Camera di Commercio. Il costo annuale di questa iscrizione è di circa 100 euro.
Va fatta la presentazione della SCIA nel comune in cui si intende istituire la sede dell’e-commerce, è una procedura necessaria anche per quanto riguarda le attività on line, è comunque richiesta una sede fissa.
Avere una sede fissa per la propria attività on line prevede dei costi, sono differenti da comune a comune.
Si tratta solitamente di costi non eccessivi. È fondamentale che la presentazione della SCIA avvenga prima dell’utilizzo concreto della tua attività on line.
E-commerce: adempimenti previdenziali
Se hai intenzione di aprire un e-commerce dovrai iscriverti alla gestione commercianti dell’INPS, è un regime di tipo previdenziale, gli iscritti dovranno versare quattro rate ogni anno per quanto riguarda i contributi fissi. Dovranno essere versati a prescindere dal reddito fatturato durante l’anno, oltre i 15.000 di reddito dovranno essere calcolati altri contributi in percentuale.
Costo della partita Iva per e-commerce
Molti aspiranti venditori sono preoccupati per il costo della partita Iva per un e-commerce, bisogna sottolineare che varia in base a vari fattori:
- Quanto bisogna versare come diritti alla Camera di Commercio
- Quanto bisogna versare come diritti al comune
- Alla forma giuridica che risulterà avere l’impresa
Fatturazione dell’Iva nell’e-commerce diretto e indiretto
In ambito fiscale la vendita tramite e-commerce diretto o indiretto comporta differenze notevoli.
L’e-commerce diretto prevede che il bene acquistato abbia un formato digitale e sia quindi fruibile on line, verrà quindi acquistato e consegnato on line.
Tra questi prodotti ci sono:
- Software
- E-book
- Foto
- Musica
Queste operazioni prevedono per quanto riguarda l’Iva le stesse regole delle prestazioni dei servizi essendo ad esse assimilabili.
Nel caso dell’E-commerce indiretto i beni vengono acquistati on line ma vengono consegnati all’acquirente tramite canali tradizionali come posta e corrieri.
Nel caso di queste operazioni, per quanto riguarda l’Iva, si assimilano alle vendite per corrispondenza.
Sono cessioni di beni che non prevedono obbligo di fatturazione (a meno che non sia fatta un’esplicita richiesta da parte dell’acquirente), non vi è perciò l’obbligo di certificazione. Chi gestisce l’e-commerce deve comunque annotare le vendite nell’apposito registro.
Partita Iva per e-commerce differenze tra regime forfettario e semplificato
Il regime forfettario prevede che i ricavi della tua partita Iva nell’anno passato risultino inferiori ai 65.000 euro.
Per quanto riguarda il reddito imponibile ai ricavi va applicato il coefficiente di redditività, per le attività di vendita on line è del 40%, otterrai così il reddito imponibile, su questo verrà calcolata la tassazione che dovrai pagare. L’imposta sostitutiva è del 15%, può arrivare al5% e viene applicata al reddito imponibile.
Se stai iniziando ora la tua attività di e-commerce ed hai appena aperto la partita Iva potrai usufruire della riduzione dell’imposta sostitutiva al 5%, ciò potrà essere possibile per i prime cinque anni.
Ci sono dei requisiti per potervi accedere:
- L’attività che stai svolgendo con la partita Iva appena aperta non deve essere il seguito di un’attività eseguita in precedenza
- Nei tre anni passati non deve risultare che tu abbia svolto attività d’impresa
- Nel caso tu stia rilevando un’attività avviata da un’altra persona è un tuo compito verificare che sia stato rispettato il limite di 65.000 euro di ricavi l’anno prima.
Per quanto riguarda il regime semplificato, per accedervi i tuoi ricavi dovranno essere di massimo 400.000 euro per la vendita di servizi e inferiori a 700.000 per quanto riguarda altre attività.
Per ottenere il reddito imponibile ai ricavi vanno sottratti i costi annuali come coniuge a carico o spese mediche. Su esso si applicheranno poi IRPEF, IRAP e addizionali.